Oggi incontro Estelle Hunt, autrice di libri che hanno il pregio di ricreare tutta un epoca storica e insieme cercherò di carpirle i segreti del successo del suo modo di ricreare il romanzo vittoriano perfetto.
Ciao Miranda :), anzi Estelle, grazie per il tempo che ci dedichi. Sono felicissima di poterti intervistare.
Ti sei cimentata in diversi generi (erotico, contemporaneo) e hai anche scritto a 2 mani, ma il romanzo d’amore storico, per te, rappresenta come tornare a casa e respirare una boccata d’aria fresca. Cosa vuol dire per te scrivere romanzi storici e che cosa hanno più degli altri generi?
EH: Prima di tutto grazie per l’accoglienza. Amo scrivere, mi permette di viaggiare e di vivere altre vite. Tuttavia con lo storico provo una sorta di piacere, una scarica pazzesca di endorfine. Quando ero molto piccola chiedevo a mia madre di portarmi a Parigi perché ero convinta ci fossero ancora le carrozze e le donne con gli abiti lunghi. Ero già attratta dagli oggetti vecchi e mi piaceva ascoltare le storie di guerra di mio nonno. Adoro visitare castelli e palazzi nobiliari. Forse sono rimasta troppo attaccata alle mie vite precedenti.
Quante volte hai letto Orgoglio e Pregiudizio o Ragione e Sentimento (per noi l’Alfa e L’Omega di tutti i romanzi rosa dell’universo) e che ne pensi, soprattutto alla luce di una rinnovata corrente che si è sviluppata da noi come in tantissime altre parti de mondo: scrivere rosa e ambientarli in precise epoche storiche, con una ricostruzione dello stile di vita e della mentalità talmente minuziosi che potrebbero mettere in crisi il più attento degli storici.
EH: Ho letto la Austen da ragazzina e da allora non ho mai fatto riletture complete. Li ritengo ottimi libri per capire la condizione della donna nell’800. Adoro l’epoca vittoriana, che è successiva, perché è un periodo pazzesco, dove il vecchio tenta di resistere per non cedere il passo all’avanzata ineluttabile della modernità. La donna si è trovata stretta in una morsa che si andava allentando piano piano. Scrivere romance storici e tentare di dare una connotazione realistica è davvero complicato perché il romanticismo era solo una patina, lo zucchero per indorare la pillola. Tradimenti, vessazioni, umiliazioni erano all’ordine del giorno, accettati in quanto diritto dell’uomo. Perciò maneggio un po’ la realtà, mantenendo gli elementi più oscuri che sono il tratto distintivo dell’epoca vittoriana, e la arricchisco con una spolverata di sogni, amore e speranze.
Fra tutti i tuoi libri, Ritrovarti Ancora, è quello del quale ho il ricordo più intenso, anche se contemporaneo. Mi immedesimo nel dolore della protagonista, nei suoi sogni infranti. Quanto di te metti nei tuoi personaggi femminili? Quale fra tutti i tuoi personaggi (uomini o donne) è più simile o più distante di te e da tuo marito?
EH: Quando ho scritto Ritrovarti ancora ho pensato moltissimo ai miei figli, infatti è dedicato a loro. È un libro che non potrebbe esistere se non avessi vissuto l’esperienza della maternità. Diciamo che c’è un pezzetto di me in tutti i libri, soprattutto in Elena de La notte del cuore. Mio marito esiste in ogni protagonista maschile. Ci conosciamo dalle scuole superiori, mi ha fatto soffrire moltissimo da ragazzina. È la mia “seconda occasione”, l’angst della giovinezza.
Sul tuo profilo Instagram dichiari che le tue storie si nutrono di dolore, passione e amore. Non posso non chiederti qual è stato il tuo dolore più grande.
EH: Ce ne sono stati diversi. La perdita di persone care e la depressione, tanto per dirne un paio. Nessuno è esente dal dolore, io ho trovato solo il modo per elaborarlo. La scrittura è una sorta di psicoterapia. Si prendono i ricordi, la sofferenza, le esperienze, si manipolano e, perché no, li usiamo per prenderci rivincite attraverso le nostre protagoniste.
Qual è stata invece la passione che ti accompagna ancora oggi?
EH: A parte la scrittura e la lettura? Credo la decorazione, mi piace prendere gli oggetti da buttare e dar loro una nuova veste, anche se oggi il tempo per farlo è davvero poco.
E l’amore che mai dimenticherai?
EH: Se intendi in senso romantico, mio marito che, come ho detto sopra, è stata la mia seconda occasione, per questo mi piace come cliché nei romance. Se invece ti riferisci a altro, mio padre. Se ne è andato troppo presto.
Ci puoi regalare una anticipazione del tuo prossimo romanzo?
EH: Il romanzo che sto scrivendo è su Carter e Juliana, personaggi secondari che troviamo nei primi due libri della serie Amori Vittoriani. Sto andando un po’ a rilento perché il periodo non è congeniale alla scrittura (impegni vari) ma da maggio sarò più libera. Sarà, tanto per cambiare, una storia molto cupa.
Una ultima curiosità: hai scelto Estelle come nome d’arte e non Miranda perché quando hai iniziato a scrivere, il mondo romance era, e lo è ancora, di autrici che anche se italiane, scelgono un nome inglese o americano. Cosa non andava in Miranda. Appena ho letto che ti chiamavi Miranda ho pensato subito a Miranda Hobbs di Sex and the City?
EH: Adoro Miranda Hobbs e tutte le ragazze di Sex and the City! Dunque, quando ho pubblicato Emmeline non volevo che la mia famiglia e i miei amici lo venissero a sapere, la consideravo una cosa molto intima e in effetti la scrittura lo è. Oggi lo sanno tutti naturalmente. Comunque, quando la grafica ha terminato la cover del mio primo libro mi ha chiamato per dirmi che non aveva il nome da mettere in copertina. Estelle Hunt non esisteva neppure su Facebook. Quindi ho cercato in tutta fretta su un sito di nomi stranieri, mettendo insieme il nome e il cognome che più mi ispiravano. Quanto al fatto che sono stranieri, sapevo che un nome anglofono avrebbe attirato di più l’attenzione perché soprattutto il romance storico appartiene da sempre alle autrici inglesi e americane.
Ti saluto chiedendoti qual è la domanda alla quale ti piacerebbe rispondere e che non ti ho fatto?
EH: Ma, non saprei, sono state domande molto interessanti. Potrei chiudere consigliando qualche romance storico per me indimenticabile. Il lupo e la colomba della Woodiwiss, che è molto lontano dal mio modo vittoriano, Un notte nell’Eden della Proctor e Il lord della seduzione di Loretta Chase.
Estelle, grazie ancora per averci svelato i segreti del tuo romanzo vittoriano e ti confido che in questo ho iniziato un altro tuo romanzo, del quale presto, spero leggerai la recensione.
EH: Grazie infinite per questa intervista, mi sono divertita moltissimo. Sono curiosa di sapere quale romanzo stai leggendo. Grazie davvero per il tempo che mi hai dedicato. Un grande abbraccio
Estelle è nata a Genova 44 anni fa e attualmente vive con il marito, i loro 2 figli e una cagnolina in provincia di Viterbo. Ama leggere, passeggiare in campagna, cucinare per gli amici, bere vino rosso.
Il suo pseudonimo deriva dal fatto che quando ha iniziato a scrivere romazi d’amore storici, le autrici che leggeva avevano nomi tutti inglesi, anche se magari non lo erano e ne ha scelto un nome che le piaceva e che sentisse suo.