Quanto può esserci di romantico in un cartoon o in un anime? Tanto o anche tutto. In Giappone esiste un genere ben definito di anime chiamato shojo, che si rivolge rivolti a un pubblico femminile, di età compresa tra i 10 e i 18 anni. Josei è invece un secondo termine giapponese per anime che definisce l’età di riferimento del target, più adulto (dai 18 ai 40 anni).

Questa targetizzazione, alla fine degli anni ’70 sottovalutata in Italia, ha fatto sì che molti cartoni pensati per un pubblico più adulro, venissero trasmessoi per un pubblico più giovane, pensando al fatto che gli amanti dei cartoni fossero solo ed unicamente i bambini.

Romantici però sono anche Jeeg, Goldrake, Rocky Joe, Ken il Guerriero, Lupin III, L’Ape Magà, Gundam o Danguard.

Questa targetizzazione del genere, molto presente in Giappone, non esiste in America, oppure se esiste è stata influenzata dal Giappone.

Facciamo ordine.

In Giappone possiamo identificare sei target che vengono applicati sia a manga che ad anime.

  1. kodomo, che significa bambino (target: bambini delle elementari). la trama è semplice, facili da capire, violenza assente, molto umorismo. Un esempio per tutti: Doraemon il Gatto Spaziale.
  2. shōnen, il cui target sono ragazzi (dagli 11 ai 21 anni) e all’interno sono presenti delle specificazioni:
    1. battle shōnen come Dragon Ball
    2. spokon come Rocky Joe
    3. mecha come Gundam
    4. meitantei come Detective Conan
  3. shojo, stessa fascia di età dei ragazzi, con argomenti dedicati alle ragazze come storie d’amore ma non solo. (come viene spesso erroneamente etichettato questo genere). Appartengono a questo genere: Sailor Moon e Lady Oscar.
  4. seinen si riferisce a un pubblico di giovani adulti (dai 20 anni), dove sono presenti scene di violenza e di sesso. Vedi Tokyo Ghoul.
  5. josei, è il seinen per le ragazze e sono sole storie d’amore, sia etero che omosessuali. Vedi Nodame Cantabile.