I Predatori dell’Arca Perduta – Film 1981

I Predatori dell’Arca Perduta – Film 1981

  • Categoria dell'articolo:Eroi Romantici
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I Predatori dell’Arca Perduta: un archeologo americano, un archeologo francese assoldato da Adolf Hitler in persona si contendono l’Arca dell’Alleanza.

L’archeologo americano ha un conto aperto con il collega francese che in passato gli ha sottratto diversi reperti di valore. Oltre alla sete di rivincita, la voglia di trovare il reperto archeologico più ambito dagli archeologi di tutto il mondo, l’archeologo americano accetta anche per rivedere il suo vecchio mentore e la di lui figlia.

Una volta arrivato in Nepal, scopre che il suo mentore è morto e la figlia gestisce una locanda. L’archeologo è interessato a un manufatto in particolare, sul quale c’è una iscrizione rivelatrice la posizione dell’Arca. In Nepal arrivano anche i tedeschi. La locanda brucia, il manufatto rimane in mano alla figlia del mentore dell’archeologo e insieme si dirigono in Egitto per scavare nel punto indicato dal manufatto.

Purtroppo vengono scoperti.

Recensione

Ci sono professioni che sono romantiche per definizione. Fare l’archeologo è fra queste. In questo primo capitolo della saga di Indiana Jones e ambientato nel 1936, c’è tutto. E molto di più. Ci sono i buoni contro i cattivi, il mistico e il soprannaturale, l’amicizia, il tradimento (da parte di una malefica scimmietta) e l’amore, il primo, quello vero, grande, che dura per sempre e che verrà celebrato dai protagonisti con un drink finale.

I Predatori dell’Arca Perduta è il primo del franchise, uno dei migliori, a mio avviso, insieme al terzo, dove il coprotagonista è il papà dell’archeologo americano. In tutto sono 4 ed è un vero peccato che l’ultimo sia il peggiore, anche perché compare di nuovo la figlia del mentore dell’archeologo americano.

Un quinto è in preparazione. Dopo gli alieni che altro?

E pensare che non volevo andare a vedere i Predatori dell’Arca Perduta al cinema. Poi fra passaggi in televisione e DVD l’avrò visto un migliaio di volte. Quanti errori si commettono in gioventù. Mi ricordo che sono uscita dal cinema estremamente soddisfatta desiderando alternativamente l’abito da sposa di lei e la professione di lui. E’ quello che si può definire come un successo planetario.

Dimenticavo il tocco di classe finale: la citazione a Quarto Potere nella scena finale.

La sceneggiatura de I Predatori dell’Arca Perduta segue le regole del viaggio dell’eroe in 3 atti.

Primo atto

  1. Mondo ordinario: un archeologo americano trova un manufatto nella foresta amazzonica. Un altro archeologo, francese, glielo ruba
  2. Chiama per l’avventura: l’archeologo americano viene incaricato dal governod egli Stati Uniti d’America di ritrovare l’Arca dell’Alleanza prima dei nemici
  3. Rifiuto della chiamata: più che rifiuto, un avvertimento che riceve l’archeologo americano prima di partire (“”For nearly three thousand years man has been searching for the lost Ark. That’s not something to be taken lightly. No one knows its secrets. It’s like nothing you’ve ever gone after before.”)
  4. Incontro con il mentore: l’archeologo americano parte alla ricerca del suo vecchio professore. Arrivato a destinazione scopre che è morto, ma ritrova la figlia, suo primo amore e il medaglione che lo porterà a ritrovare l’Arca Perduta
  5. Attraversando la prima soglia: in Egitto, il suo primo amore viene rapito e muore

Secondo atto

  1. Prove, Alleati e nemici: oltre ai nemici tradizionali, c’è una perfida scimmietta
  2. Avvicinamento alla caverna più profonda: il primo amore è vivo e viene sepolta insieme con l’archeologo americano in una tomba egizia piena di serpenti
  3. Il calvario: l’Arca è in mano nemica, come pure il suo vecchio amore
  4. Ricompensa: riesce a raggiungere i nemici, minacciare di distruggere l’Arca in cambio della ragazza, il suo primo (“All I want is the girl.”). Non riesce a distruggere l’Arca e viene catturato

Terzo atto

  1. La resurrezione: l’arca distrugge tutti tranne archeologo americano e il suo
  2. La strada del ritorno: l’archeologo americano e la sua bella vanno a festeggiare
  3. Ritorno con l’elisir: l’Arca viene perduta per sempre, nascosta fra milioni di altre casse

Costato “appena” 18 milioni di dollari, ne incassò quasi 390. E’ il primo della serie. Indimenticabile.

L’archeologia di Indiana Jones Secondo un Archeologo Vero

L’archeologia nelle produzioni americane, pur essendo quanto di più distante sia dalla realtà, ha però ispirato migliaia di archeologi in tutto il mondo ad intraprendere la professione.

Fredrik Hiebert, archeologo e regular contributor del National Geographic, ha affermato sul franchise che ha il merito di aver fatto avvicinare alla archeologia migliaia di studenti in tutto il modo, rivitalizzandola. Ha anche chiarito che la professione dell’archeologo non è un prendi il tesoro e fuggi via, ma che i repert devono essere conservati in loco e il luogo del ritrovamento preservato. Occorre anche scrivere tantissime scartoffie, relazioni, presentazioni, un lavoro amministrativo abbondantemente ignorato da Hollywood. Aggiunge che in tutta la sua carriera non ha mai trovato trappole, ma tanti ragni e tanti sepenti.

Ecco le sue esatte parole:

These films have broadened the scope of archaeology and made the field more relevant—and exciting—to people everywhere.

These films introduced so many people to archaeology. We can document their impact statistically, based on the number of archaeology students before and after the first film. Some of the best archaeologists in the world today say Indiana Jones was what sparked their initial interest.

That’s a great legacy for George Lucas—and for the relationship between popular media and science. Unlike Indiana Jones, I actually have to write research proposals and reports, take field notes and photographs. The big difference [between movies and reality] is that massive parts of the archaeological job—from creating and testing a hypothesis to raising money to getting permits and tools—are glossed over by Hollywood.

Hollywood has a very vivid imagination when it comes to booby traps. Indy encounters them everywhere. But I don’t think any professional archaeologist has come across a booby-trapped site yet.

I’ve worked on five different continents, and every place I’ve worked—whether it’s underwater, in the sands of Turkmenistan, or in the jungles of Honduras—I always find dens of snakes. Always!

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Da 1 a 10?

9

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