Scriveva Gotthold Ephraim Lessing “L’attesa del piacere è essa stessa il piacere” (in inglese: “…to await a pleasure, is itself a pleasure”) . Il rito non è altro che la preparazione al piacere, alla felicità.
Quante volte siamo stati fermi ad aspettare che il telefono squillasse, o, chi è più maturo, è rimasto in fila davanti una cabina telefonica per poter finalmente sentire la voce tanto desiderata?
Quando ci prepariamo con cura per incontrare la persona amata, l’amico che non vediamo da tempo, il confidente, è il rito che ci prepara alla felicità, alla piccola grande gioia.
Tutti abbiamo sperimentato il senso di vuoto, di smarrimento, di mancanza quando il rito viene infranto, quando quella telefonata, quel gesto, quella parola non arriva, fosse il bacio del buongiorno, il caffè a letto, il bigliettino appena svegliati.
Dovremmo tutti prestare più attenzione quando “prepariamo il cuore”, perchè sono questi i momenti di gioia che restano per sempre incisi nel cuore.
“Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…
Il piccolo principe” di Antoine De Saint-Exupery
Ci vogliono i riti”
Raccontaci di te
Tu sei mai stato la “Volpe” di qualcuno? Sei mai stato “addestrata/o”? Ti va di raccontarci la tua storia?
Foto di Jeroným Pelikovský da Pixabay
