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La Roma del primo dopoguerra pullula di Ladri di Biciclette. Un onesto padre di famiglia trova lavora come attacchino, ma per svolgere il suo incarico deve essere dotato di mezzo proprio, una bicicletta.
Purtroppo proprio mentre sta lavorando, la sua bicicletta gli viene rubata.
Recensione
La sceneggiatura di Ladri di Biciclette segue le regole del viaggio dell’eroe in 3 atti.
Primo atto
- Mondo ordinario: Roma, immediato dopoguerra. Un padre di famiglia disoccupato trova lavoro ma deve possedere na bicicletta
- Chiama per l’avventura: la bicicletta gli viene rubata
- Rifiuto della chiamata: fa una denuncia, ma capisce che le forze dell’ordine non lo aiuteranno
- Incontro con il mentore: chiede aiuto a un amico per ritrovarla che organizza un gruppo di soccorso, ma non ottengono grande successo
- Attraversando la prima soglia: inizia la caccia alla bicicletta rubata e il figlio è con lui
Secondo atto
- Prove, Alleati e nemici: gli amici e il figlio sono amici. Tutti gli altri nemici
- Avvicinamento alla caverna più profonda: trova il ladro, ma non riesce a riacciuffarlo
- Il calvario: lo ritrova, ma i compari del ladro fanno gruppo e nemmeno un rappresentnte delle forze dell’ordine può far nulla per lui
- Ricompensa: trova una bicicletta incustodita, ma non è la sua
Terzo atto
- La resurrezione: decide di rubarla, ma rischia il linciaggio
- La strada del ritorno: interviene il figlio che lo salva
- Ritorno con l’elisir: padre e figlio ritornano a casa senza bicicletta. Non c’è lieto fine
Costato 133 mila dollari, ne incassa oltre 420 mila ed entra nella storia del cinema.
E se avesse ritrovato la bicicletta? Forse non ne sarebbe ancora così attuale.
Il lieto fine non esiste.
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9
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