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I Migliori Anni della Nostra Vita sono quelli che hanno vissuti i 3 reduci di guerra protagonisti di questo film oppure sono quelli che verranno?
3 reduci si incontrano in un aereo tornando a casa. Hanno tutti un passato da dimenticare e un futuro da ricostruire. C’è un mutilato, ex atleta, che torna dalla fidanzata che lo aspetta per sposarsi, ma lui non accetta di dover dipendere dagli altri. C’è un giovanotto, che torna dalla moglie conosciuta e sposata poco prima di partire per il fronte e che è di fatto una estranea. C’è un padre di famiglia, al quale viene offerto un lavoro prestigioso cob delle responsabilità importanti.
Tutti e 3 si devono abituare alla vita in patria. Ci riusciranno?
Recensione
I Migliori Anni della Nostra Vita è stato un blockbuster. Costato meno di 3 milioni di dollari, ne ha incassati quasi 24. Di fatto è un film dedicato ai veterani della II Guerra Mondiale e al loro rientro nella società civile. I temi trattati sono quelli che ogni reduce, di ogni epoca o guerra deve affrontare: l’integrazione sociale e familiare, la realizzazione professionale e personale, il superamento dei traumi fisici, psicologici. I rottami vengono riciclati. C’è il lieto fine perché i migliori anni, sono quelli che devono venire.
Pluripremiato agli Oscar (9 conquistati su 10 nomination). Ogni inquadratura è un dipinto, bravi gli attori, belli i dialoghi, bella anche musica.
Ho visto tantissimi film di Wyler. Questo è quello che, malgradi i riconoscimenti, mi convince meno. Lo sento lontano. Lontanissimo.
Oggi, forse, per essere riacquistare mordente dovrebbe subire dei tagli mirati. La pellicola dura infatti 172 minuti.
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