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Il Caso Thomas Crawford: un uomo anziano viene accusato di tentato omicidio della giovanissima moglie. Un ambizioso procuratore distrettuale viene incaricato della accusa. Le prove a sua disposizione si dissolvono fra le mani e il caso sembra costruito sul nulla, tranne che per un piccolo particolare: la giovanissima moglie in coma con un proiettile in testa.
Ad aggravare la situazione, il marito durante il dibattimento in tribunale svela che la giovane moglie aveva una relazione con l’agente della polizia, anche lui sposato, che lo ha arrestato.
Il giovane procuratore deve chiudere in fretta il caso per iniziare una ben più remunerativa carriera in un prestigioso studio legale, ma sa che il marito è colpevole, ma non riesce a provalo. decide di rimanere integro a se stesso non producendo le prove false disseminate sulla scena del delitto dal poliziotto.
Il marito viene prosciolto.
Il procuratore non si arrende.
Recensione
L’eroica ricerca della giustizia e della verità, un gioco a scacchi fra un marito tradito e un paladino della legge, un amante suicida e una donna in coma. Tradimento e vendetta, amore e morte, buoni contro cattivi.
La struttura ricorda molto un episodio del tenente Colombo: l’omicida è noto. Mi chiedo come sarebbe stato se l’omicida non lo fosse stato e che il film, invece di essere un gioco a scacchi, avesse insianuato il dubbio che una vita innocente poteva essere accusata di un crimine ignobile? Ci saremmo perse immagini alla Hannibal Lecter, come il volto del marito riflesso nella macchia di sangue, ma avremmo acquistato altro?
Mi vengono in mente due film che amo e ho amato: Testimone d’Accusa (1957) e Il Caso Paradine (1947). Il colpo di scena arrivava sul finale come un tornado.
Ne Il Caso Thomas Crawford tutto è molto misurato, asettico.
Da 1 a 10?
8
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