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Il Primo Re di Roma è stato Remo e questo film ne racconta la storia in chiave filologica.
2 fratelli, pastori, Romolo e Remo, vengono sorpresi dalla furia delle acque del Tevere, che esondato li trascina in terra nemica dove vendono catturati. Si ribellano e riescono a sfuggire liberando altri prigionieri e catturando una sacerdotessa nemica portatrice di un fuoco sacro, importantissimo per attirare la benevolenza degli dei sul gruppo.
Remo è gravemente ferito e uno degli uomini liberati vorrebbe ucciderlo.
Romolo difende il fratello, si scaglia contro l’uomo uccidendolo e diventa capo e inizia la sua campagna di conquista. In un villaggio chiede a una aruspice di leggergli il futuro e l’aruspice gli prevede che fonderà un impero a patto che uccida il fratello.
Per la seconda volta Romolo si ribella. Non accetta l’idea di uccidere il fratello. Preferisce spegnere il fuoco sacro e ridurre gli abitanti del villaggio in schiavitù. Remo tenta di fermare il delirio di onnipotenza del fratello, senza riuscirci.
Romolo e remo si affronteranno sulle sponde del Tevere compiendo il loro destino.
753 a.C. nasce Roma.
Recensione
Il Primo Re non è il primo film sulle origini di Roma. Rispetto ai precedenti si distingue per un approccio innovativo, una capillare ricerca storica e filologica, una ricostruzione la coraggiosa scelta di far recitare i protagonisti in protolatino, che alza in maniera drammatica l’asticella. In America è uscita una versione doppiata in inglese che ha semplificato la fruizione da parte dello spettatore.
I temi che tratta sono molti:
- l’amore fra fratelli
- l’accettazione del divino e il rispetto del sacro
- il libero arbitrio
- il desiderio di conquista
- il senso della comunità
- l’affermazione individuale e il delirio di onnipotenza
In protolatino, Il Primo Re è un film estremamente crudo. Reso ancora più crudo dalla fotografia, scarna e semplicemente magnifica.
Bravissimi anche gli attori: un conto è recitare in una lingua straniera viva, un conto è recitare in una lingua morta.
Mi ha ricordato Apocalypto (2006) che ha avuto un budget ben più alto, 40 milioni di dollari, contro gli appena 8 de Il Primo Re.
La sceneggiatura de segue le regole del viaggio dell’eroe in 3 atti.
Primo atto
- Mondo ordinario: Romolo e Remo sono due pastori
- Chiama per l’avventura: Una inondazione li porta in territorio nemico, Vengono catturati.
- Rifiuto della chiamata: Non ubbidiscono agli ordini dei nemici e si ribellano.
- Incontro con il mentore: rapiscono una aruspice che custodisce un fuoco sacro
- Attraversando la prima soglia: Romolo viene ferito. I compagni vorrebbero che Remo lo uccida. Remo si oppone e uccide chi desiderava la morte del fratello. Remo viene riconosciuto come capo.
Secondo atto
- Prove, Alleati e nemici: Remo si fa valere. Cura Romolo, Chiede a una aruspice di prevedere il suo destino.
- Avvicinamento alla caverna più profonda: la profezia vuole Remo fondatore di una grande impero a patto che uccida il fratello.
- Il calvario: Remo si oppone e spegne il fuoco sacro, rovesciando di fatto la profezia.
- Ricompensa: Romolo finalmente ristabilito riaccende il fuoco sacro e salva il frtello da un agguato nemico
Terzo atto
- La resurrezione: Remo uccide Romolo sulle rive del Tevere
- La strada del ritorno: Romolo riceve un funerale da re
- Ritorno con l’elisir: Nasce Roma
Lascio una critica, che vuole essere costruttiva: il film è crudo, bello, luce magnifica, ma risulta distante e non perché racconta un periodo lontano, che la scelta del protolatino abbia impoverito le sfumature dei dialoghi trasformando il tumulto dell’anima in un bugiardino?
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