La Musica più Triste del Mondo è l’Adagio di Barber?

La Musica più Triste del Mondo è l’Adagio di Barber?

Il Brano più triste della musica è, a detta di molti, il famosissimo Adagio per Archi di Samuel Barber. Forse il nome del musicista e il titolo del brano non faranno accendere la lampadina a molti, ma ascoltando il brano sicuramente lo ricollegherete non a uno ma a moltissimi film.

La registrazione sopra è quella, restaurata, del suo debutto mondiale nel 1938. L’adagio venne suonato dalla NBC Symphony Orchestra con con la direzione di Arturo Toscanini che imparò la partitura a memoria in pochissimo tempo, commentandola con 2 parole:

“Simple and Beautiful.”

Non a caso questo adagio è stato utilizzato per sottolineare i momenti più tragici non solo di importanti fatti di cronaca dell’epoca (oggi diremmo fatti storici) e odierni, ma anche di film.

L’Adagio di Barber è stato utilizzato in radio al di fuori di un programma musicale per la prima volta nel 1945, quando il brano venne scelto per annunciare la morte dell’amatissimo Franklin Delano Roosevelt, l’unico presidente degli Stati Uniti d’America, il 32° per la precisione, ad aver vinto l elezioni presidenziali per ben 4 volte (1932, 1936, 1940, 1944). Nel 1945 Roosvelt aveva 63 anni, Barber appena 35, il suo Adagio 8 (conto gli anni a partire dalla sua prima diretta da Toscanini).

E poi di nuovo sempre alla radio per annunciare un’altra tragica notizia, la barbara morte di un altro presidente degli Stati Uniti d’America, il 35°, John Fitzgerald “Jack” Kennedy nel 1963. Kennedy aveva 46 anni. Barber 53.

Pochi anni prima, nel 1955 l’Adagio venne utilizzato per raccogliere in preghiera amici e parenti al funerale di Albert Einstein. Enstein aveva 76 anni, Barber 45.

E a quello di Grace Kelly nel 1982. Grace Kelly aveva 53 anni, Barber invece era morto l’anno precedente, nel 1981 a gennaio. Aveva 71 anni. Potete sentire l’Adagio nel secondo video relativo al funerale della Principessa al minuto 1.42 nei video postati a fine di questo post.

Il primo regista ad utilizzare l’Adagio per Archi di Samuel Barber in un film, poi di successo fu David Lynch che la scelse come musica per sottolineare la tragedia finale di Elephant Man nel 1980. David Lynch racconta che stava facendo una pausa fra le riprese e rilassandosi seduto sul divano ascoltando la radio, quando l’Adagio di Barber venne trasmesso. Lynch ricorda quel momento con queste parole:

“Within a few milliseconds It’s pure magic. the whole final scene of ‘The Elephant Man’ unfolded inside my head. It’s deeply spiritual and simply beautiful.”

Nel 1986, l’Adagio viene scelto da Oliver Stone in Platoon per la sequenza della morte del Sergente Elias K Grodin dove Willem Dafoe sottolinea l’inerpicarsi in alto delle note di Barber alzando le mani al cielo nel momento in cui i colpi fatali sopraggiungono e lo uccidono. Le braccia di Dafoe si muovono verso l’alto, le note dello spartito sparano verso l’alto, l’anima del sergente Elias vola in cielo.

Nelle parole finali del protagonista, interpretato da Charlie Sheen, la tragicità e la tristezza del film, di un epoca, di un paese.

“Io ora credo, guardandomi indietro, che non abbiamo combattuto contro il nemico… abbiamo combattuto contro noi stessi. E il nemico era dentro di noi. Per me adesso la guerra è finita, ma sino alla fine dei miei giorni resterà sempre con me. Come sono sicuro che ci resterà Elias, che si è battuto contro Barnes per quello che Rhah ha chiamato: il possesso della mia anima. Qualche volta mi sono sentito come il figlio di quei due padri. Ma sia quel che sia… quelli che tra noi l’hanno scampata, hanno l’obbligo di ricominciare a costruire. Insegnare agli altri ciò che sappiamo e tentare con quel che rimane delle nostre vite di cercare la bontà e un significato in questa esistenza.”

Nel 1992, l’Adagio di Barber viene utilizzato per sottolineare il momento quando Nick Nolte capisce la gravità della malattia del figlio ne L’Olio di Lorenzo. Una sala vuota, libri pieni di parole, come potrebbero essere le parole della poesia di Hikmet, parole dure, pesanti, tristi, amare. Anche il pianto disperato del padre è un pianto muto. Non ci sono parole per un destino così amaro, solo le gravi note degli archi che si rincorrono sul pentagramma.

L’eta’ acerba (1994) di André Techiné i turbamenti dei protagonisti nella ricerca della loro identità vengono sottolineati ancora una musica dalle note dell’adagio, come a voler significare il dolore della consapevolezza che comporta il raggiungimento del sapere chi siamo e cosa vogliamo cosa ci definisce, cosa ci rende felici e cosa è nelle nostre mani per dare un senso alla nostra vita.

Nel 1999, l’adagio per archi di Barber è stato anche preso iin prestito dal mondo dei videogiochi per accompagnare le scene che portano alla distruzione di un pianeta, Kharak, che mi ha ricordato moltissimo la distruzione di Alderaan avvenuta nel 1977 in Star Wars a New Hope, dove però è assente la partitura di Barber.

Il critico musicale americano Thomas Larson afferma nel suo suo saggio “The Saddest Music Ever Written: The Story of Samuel Barber’s Adagio for Strings “:

“The Adagio’s most enduring legacy is thequestion it continually poses: What is its sorrow about?: What is its sorrow about?”

Barber vuole rispondere o provare a rispondere a una domanda enorme: che cosa è la tristezza. E ancora, aggiunge sempre Larson:

“Once [Barber] sent his piece out on its maiden voyage, the
media’s evolution and the dialogue between music and listener would determine the piece’s meaning as much as the composition itself.”

Questa domanda, Barber, non la pone solo a se stesso attraverso l’alternanza delle sue note, ma anche a chi lo ascolta. Attraverso questo ascolto e riascolto la musica ha acquistato negli anni ignificati ai quali Barber forse non aveva pensato.

Per poi concludere Larson afferma che l’Adagio di Barber sta alla musica come la Pietà di Michelangelo alla scultura:

“Barber’s Adagio is the pietà of music. It captures the
sorrow and pity of tragic death. . . . No sadder music has ever been written.”

Come non può piacere l’Adagio di Barber? Larson paragona i brano alla pietà. Ma quale pietà? Michelangelo ne ha sclopite più di una, in diversi momenti della sua vita e alle quali possiamo attribuire le sue diverse visioni sulla vita, la morte, il destino e l’accettazione dello stesso.

Nel 2001, l’Adagio compare in un altro funerale, questa volta immaginario, di Amélie Poulain, (Il Favoloso Mondo di Amélie).

Da sempre questo brano è stato identificato come la perfetta trasposizione musicale di dolore, tristezza e rassegnazione. Minuti che sembrano ore, dove ad un certo punto nel buio più profondo appare in lontananza una luce. Quella luce, per molti, è speranza.

Nel 2012 Matt Bailey Shea, professore associato di teoria della musica presso l’University di Rochester dichiara in un suo saggio che l’altarnanza e ripetizione di certe note ha come obiettivo di dare sollievo nella disperazione.

Sarà forse questa sensazione di sollievo, di cura percepita in questa tristezza cosmica che altri generi musicali hanno iniziato a riflettere su questo brano.

Il Dj Olandese Paul Oakenfold sin dagli anno 90 ha iniziato a inserire le note di Barber nei suoi pezzi.

Nel 1997 Puff Daddy (aka Sean Combs) and Faith Adams per la versione in studio della canzone dedicata alla tragica scomparsa di Notorious B.I.G presentano una versione recitata dell’Agagio di Barber.

Nella versione live, lo splendido incipit di Barber è inevitabilmente ridimensionato, ma c’è.

https://www.youtube.com/watch?v=XILyHZyyCik

Nel 2000, l’Adagio di Barber diventa techno grazie al duo British Skip Raiders.

E sempre 2000 William Orbit, quello per intenderci che ha prodotto Ray of Light di Madonna, lo inserisce nel suo nuovo album dopo averlo lanciato qualche mese prima in un programma radiofonico a Los Angeles. Ricorda Orbit:

“When we aired it for the first time, the switchboard just lit up. People just want to hear music like this.”

Inutle dire che tutti furono successi commerciali.

Su chi fosse stao il primo a sdoganare la musica da camera per offrirla alle masse, Oakenfold dichiara:

“I debated whether to make a cover of this one because there were already two massive covers in circulation — first William Orbit’s take which was released in 1999 and was the first single from his album “Pieces in a Modern Style” which came out in 2000 and then Tiesto’s big club version which came out in 2005 and which I think was one of the singles from his Just Be album (2004). But in the end every time I took Adagio out of the proposed Trance Mission tracklist — it felt incomplete. It was such an important record for me during that period (mid 90’s when I used to play Barber’s original through to mid 00’s with all the different mixes that followed) and always got such a huge reaction whenever I played it. I’ve always wanted to make and release my own version — ever since we released the Skip Raiders take on it called “Another Day” which came out on Perfecto in 1999. For my cover I wanted to make something completely aimed at the US scene. Something that would work really well in my sets in the US where I seem to spend the majority of my time touring. I added a vocal to my new version which I know some people will see as sacrilege but I’ve never been one to conform to rules and regulations. Every time I play this out it literally takes the roof off. There is so much love out there for this record. Hats off to Samuel Barber. If only he was still around to see what his classical composition was doing to dancefloors worldwide today!”

Mi chiedo cosa penserebbe Barber se sapesse che anche la musica rap, trance, tecno hanno apprezzatto il suo adagio campionandolo e riproponendolo a un pubblico che altrimenti non lo avrebbe mai conosciuto. Barber ci ha lasciato a 71 anni, nel 1981. Ha composto il suo famosissimo Adagio quando aveva appena 26 anni. Compone musica da quando aveva 7 anni. A 10 anni iniziò a scrivere la sua prima opera. Ha sempre amato la musica e ha sempre vissuto di musica. Un giorno, quando era ancora un bambino, Barber disse a sua madre:

“I was meant to be a composer and will be I’m sure…Don’t ask me to try to forget this unpleasant thing and go play football – please.”

Ecco, credo che se avesse sentito la su musica in una di queste versioni, si sarebbe tolto la giacca e avrebbe ballato insieme agli altri.

Questa capacità di barber si entusiasmare il mondo della musica da camera tradizionale e della musica moderna, mi ha fatto venire il mente l’incontro di Meg Ryan e Tom Hanks nel film C’è Posta per Te, Meg Ryan verso la fine della scena accusa Tom Hanks di credersi un benefattore perché con le sue megalibreire pensa di portare i libri alle masse e lo mette in guardia dicendo che nessuno si ricorderà di lui o neanche di lei, ma aggiunge che moltisisme persone del quartiere si ricordano di sua madre. Samuel Barber è come la mamma di Meg Ryan.

Forse nessuno fra 10 anni ricorderà la versione techno o la versione trance dell’Adagio. Credo resisterà la versioen di Sean Combs e sicuramente la versione originale di Barber. Ritorna all’inizio di questo post e riascoltala adesso diretta da Arturo Toscanini.

Da ascoltare con un fazzolettino a portata di mano, perché dire triste non rende l’idea. Forse l’aggettivo che meglio descrive questo brano è struggente.

Compra l’Adagio per Archi di Barber

Vedi Elephant Man di Lynch

Vedi Platoon di Stone

Vedi L’Età Acerba di Techiné

Leggi il libro di Larson

Leggi il saggio del professor Baley https://trace.tennessee.edu/gamut/vol5/iss1/3/

Per chi sa leggere gli spartiti
https://it.scribd.com/doc/53841934/Barber-String-Quartet-Op-11

Compra la verisone di Tiesto https://www.amazon.it/Tiestos-Adagio-Strings-Ultramax-2010-01-26/dp/B01MG86M3C/

Il funerale della Principessa Grace parte 1.

Il funerale della Principessa Grace parte 2 (al minuto1:42 inizia l’Adagio di Barber.)