Arrival – Film 2016

Arrival – Film 2016

  • Categoria dell'articolo:Drammi
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Arrival: arrivano gli Alieni con una miniflotta di 12 navi spaziali dalla forma di selce che appaiono sopra 12 località diverse del mondo. Non attaccano, parlano. Parlano parecchio. Purtroppo nessuno capisce quello che dicono perché nessuno parla la loro lingua. Una linguista viene selezionata per cercare di decifrare quello che dicono e soprattutto per fare loro una domanda:

What is your purpose on Earth?

Perché siete qui?

Non è una cosa semplice da chiedere. Per poter fare la domanda la linguista spiega ai militari che gli alieni:

  • devono capire che una domanda è una richiesta di informazioni
  • che la domanda non è per loro 2 specifici alieni, ma come alieni all’interno della collettività aliena e che loro sono interessati ad avere una risposta dalla collettività aliena e non da 2 alieni specifici
  • perché indica uno scopo, una intenzione e la linguista spiega che è fondamentale capire se agiscono perché dotati di raziocinio (e quindi hanno scelto la Terra per un motivo) oppure se agiscono in base a scelte istintive (potevano atterrare sulla Terra come su Plutone, per loro sarebbe stato indifferente)

Il linguaggio verbale non porta a nulla: troppi suoni, troppo diversi e non riconducibili a nulla di interpretabile.

La linguista ha un lampo di genio e inizia a comunicare utilizzando l’alfabeto. Gli alieni rispondono con il loro alfabeto.

Iniziano a capirsi, ma anche se adesso iniziano ad avere un registro comune sul quale comunicare, molte parole possono essere interpretate male. Che tipo di armi che vogliono donare gli alieni?

Alla parola armi, le 12 nazioni sulle quali erano piombate le astronavi aliene che avevano iniziato a condividere le informazioni si rinchiudono a riccio e sono pronte ad attaccare gli alieni senza capire che insieme stanno giocando un gioco non a somma zero (un gioco in cui i partecipanti possono guadagnare o perdere insieme e non uno a scapito dell’altro). Solo condividendo le informazioni che ogni nave spaziale ha dato all’interlocutore possono capire il motivo dell’Arrival.

La scena di apertura del film mostra la linguista alla prese con un dramma familiare: la perdita della figlia a causa di un brutto male. Quando arrivano i militari per chiedere la sua consulenza linguistica, vive sola e non c’è traccia di un marito o parente. L’idea è che sia tutto finito e non è chiaro cosa c’entri con gli alieni anche perché il dramma è una costante che si ripete nei sogni della linguista e la figlia morta sembra essere una partecipante a questo gioco non a somma zero..

Il perché la figlia morta è parte di questo gioco non a somma zero lo sapremo alla fine.

Il cerchio si chiude.

Brividi.

Recensione

Arrival non è il classico film di alieni, anche se all’inizio la trama potrebbe darlo a credere.

  • astronavi aliene appaiono dalle nuvole sopra 12 posti diversi del mondo (come in Indipendence Day!)
  • alieni che sono talmente inquietanti da essere mostrati solo in parte
  • il grande senso di angoscia che si respira anche grazie a una bella colonna sonora e a effetti sonori pazzeschi

IL film, alieni a parte, apre la porta a temi importanti:

  • la difficoltà di comunicare. La linguista mette in guardia sull’interpretazione di alcune parole aliene tradotte da altri gruppi di scienziati in altri siti. “Se non ti do altro che un martello…”, “Vedrò solo chiodi” risponde l’altro scienziato. E il dono che gli alieni vogliono dare, uno strumento, diventa arma.
  • le potenzialità di una comunicazione trasparente (ogni sito ha un pezzettino, un puzzle da comporre)
  • ed infine, a livelo personale, sapendo che il figlio che metterai al mondo dovrà morire prima di te a casua di un male incurabile, tu cosa faresti?

Arrival si inserisce nel filone Contact, Interstellar, dove l’alieno è sconosciuto ma non necessariamente cattivo, anzi è pronto a comunicare.

Una ultima chicca finale: una delle navi atterra a Hokkaido, l’isola giapponese dove viene costuita la seconda nave spaziale di Contact. Io lo chiamo omaggio.

Le altre 11 località sono: Montana (USA – dove è basata la linguista), Kujalleq (Groenlandia), Devon (Regno Unito), Mar Nero e Siberia (Russia), Khartum (Sudan), Kenema (Sierra Leone), Maracay (Venezuela), Punjab (Pakistan), Shanghai (Cina), Oceano Indiano.

Da 1 a 10?

9

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Quale altra recensione ambientata nel Montana abbiamo scritto?

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