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“Il giunco mormorante”
In sole 79 pagine un viaggio fra i sentimenti, l’aspirazione alla libertà, la consapevolezza femminile e la storia.
Un libretto intenso, che apre tante porte su cui ci si sofferma a riflettere.
L’amore, con le sue sfumature; il tempo, che passa, ci cambia e cambia la realtà, sempre complessa; la libertà, che sfugge velocemente e che è sempre dura riconquistare; la solitudine, che sembra scandire il tempo del racconto.
Il Romanzo
Tutto è ambientato in Europa, e ha inizio nei primi momenti della seconda Guerra Mondiale. In una Parigi che diventa territorio di occupazione e di guerra, due giovani amanti si separano: Ejnar torna a Stoccolma, la giovane protagonista, rimane nella capitale francese.
Passano gli anni, le notizie non arrivano, Ejnar scolora nel grigiore bellico e quell’amore che sembrava doversi protrarre per l’eternità, sbiadisce fino a ritagliarsi un angolo silenzioso in fondo al cuore di entrambi.
Ejnar è tornato a Stoccolma dove si è sposato, ha accantonato i suoi sogni parigini, riparandosi così dalla guerra e dal dolore.
La giovane, nipote dello studioso Dmitrij Georgevic, ha dovuto affrontare gli orrori della guerra e la perdita dello zio, per poi tornare a riprendere in mano la sua vita.
In tutti questi anni, scopre e assapora il “diritto” ad una sua solitudine; non si sposa, non si innamora più, lasciandosi cullare di tanto in tanto solo dal ricordo di quel lontano amore.
In questo percorrere la sua vita, il lavoro la porterà a Stoccolma dove, per puro caso, rincontra Ejnar e sua moglie Emma. Una donna estremamente gentile, ingombrante e accogliente, capace di far fare al marito ciò che vuole e che cercherà di attrarre anche la protagonista nelle trame della sua tela.
Il loro, però, era un amore nato in una sorta di “universo” parallelo, un amore nato in una “no man’s land” in cui non può entrare la quotidianità, la vita comune, così come Emma e i suoi piani. In quegli anni di lontananza la protagonista comprende che bisogna imparare a tenersi stretta la dignità di scelta, la libertà di una propria personale solitudine per poter sopravvivere in questo mondo. Così quando Emma la invita non cede alla trappola della donna, non elemosina briciole di tempo.
Bisogna leggerlo per comprendere la forza della protagonista e delle sue scelte.
La “no man’s land”
“Ognuno di noi ha la propria No man’s land, in cui è totale padrone di se stesso. C’è una vita a tutti visibile, e ce n’è un’ altra che appartiene solo a noi, di cui nessuno sa nulla. Ciò non significa affatto che, dal punto di vista dell’etica, una sia morale e l’altra immorale […]. Semplicemente, l’uomo di tanto in tanto sfugge a qualsiasi controllo, vive nella libertà e nel mistero […] anche soltanto un’ora al giorno, una sera alla settimana, un giorno al mese […]. Se un uomo non usufruisce di questo suo diritto […], un bel giorno scoprirà con stupore che nella vita non s’è mai incontrato con se stesso”.
Nina Berberova – Il Giunco mormorante
Che cos’è la No Man’s land? E’ quello spazio di libertà che ognuno di noi si crea, si ritaglia, nella vita di tutti giorni.
Uno spazio il cui accesso è segreto e riservato pochi se non ad una sola persona. Non ha tempo, non ha spazio, non ha date, né orari. E’ quel mondo sospeso in cui le leggi della fisica vengono sospese, in cui si vive all’unisono con l’altro e con l’universo.
Un’isola, una terra, irraggiungibile e invisibile, di cui tutto il resto del mondo può percepire i contorni, come nascosti da fitta nebbia, ascoltarne suoni lontani, ma mai trovarla, mai approdarci.
Un romanzo di formazione di Nina Berverova che, contemporaneamente, racconta dell’amore e invita a non cedere mai ai ricatti, neanche quelli dell’amore stesso.
Un inno alla libertà e alla solitudine che ci spinge a conoscere noi stessi e la vita.
Osservazioni e chiacchiere
Nello scrivere queste righe, soprattutto la parte riferita alla “No man’s land” mi è venuto in mente un collegamento molto ardito, e me ne scuso.
Mi è tornata in mente le citazione usata in un famoso film commedia italiano, successo di botteghino e, credo, anche di critica, che certo non è ascrivibile ai capolavori del cinema: “Perfetti sconosciuti“.
Nella locandina film, viene citato Gabriel Garcia Marquez che scriveva: “Abbiamo tre vite: una pubblica, una privata e una segreta.”
Ecco, per certi aspetti, chi di noi non ha tanto coraggio, oggi la sua “No man’s land” se la crea nello smartphone, con i suoi messaggi, i suoi vocali, le sue foto.
Leggi la citazione “Saper disinnescare” dal film “Perfetti sconosciuti”
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