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Race racconta l’impresa di Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino del 1936: 4 medaglie vinte in Germania, ma preparate a casa con sacrificio e passione immensi.
Recensione
La sceneggiatura di Race – Il Colore della Vittoria segue le regole del viaggio dell’eroe in 3 atti.
Primo atto
- Mondo ordinario: un ragazzo parte per il college
- Chiama per l’avventura: è il primo della sua famiglia e ha scelto una università non progressista
- Rifiuto della chiamata: non la cambia perché vuole allenarsi con il migliore e si rifiuta di accogliere le provocazioni perché non vuole dare agli altri l’occasione per espellerlo (gli avversari si battono sul campo)
- Incontro con il mentore: il suo allenatore al college (che lo seguirà anche alle Olimpiadi)
- Attraversando la prima soglia: l’allenatore gli trova un lavoro (soldi da mandare a casa) che non va in conflitto con i suoi allenamenti
Secondo atto
- Prove, Alleati e nemici: per molti il colore della sua pelle è un problema. Impara a non ascoltar e gli hater. Il tradimento con una bella ragazza (riportato dal giornale e letto dalla sua fidanzata e madre di sua figlia) lo porta a perdere una gara importante. La sua famiglia è da sempre dalla sua parte
- Avvicinamento alla caverna più profonda: non sa se partecipare ai giochi olimpici
- Il calvario: abituato a ispezionare la pista, gli viene annullato un salto perché di fatto cammina
- Ricompensa: l’avversario (campione che corre in casa) lo aiuta a saltare, a vincere e a battere il record (saranno amici per sempre). Anche gli altri olimpionici, estromessi per pressioni politiche, lo incitano a vincere la staffetta
Terzo atto
- La resurrezione: porta a casa 4 ori
- La strada del ritorno: tornato a casa, lo invitano ad una festa in suo onore, ma è costretto ad entrare dalla porta di servizio
- Ritorno con l’elisir: un ragazzino che lavora come ascensorista gli chiede l’autografo
Costato 5 milioni di dollari, ne incassa oltre 25.
Da 1 a 10?
7
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