In the Heart of the Sea – Film 2015

In the Heart of the Sea – Film 2015

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La storia

In the Heart of the Sea, tradotto in italiano con un infelice Le Origini di Moby Dick, è la storia di come Herman Melville ha trovato l’ispirazione per scrivere Moby Dick, il suo capolavoro.

La storia inizia nel 1850, quando Melville paga un sopravvissuto ad un naufragio per farsi raccontare tutti i fatti. L’anziano sopravvissuto lo risporta al 1820, quando ragazzo, si imbarcò su una baleniera, la Essex,

Sulla baleniera il capitano è un inetto, ma di ricca famiglia, il vice è invece un ragazzo del popolo cresciuto per mare che avrebbe tanto voluto il comando: lo scontro è inevitabile.

Ad aggravare la situazione appare all’orizzonte un enorme capodoglio albino con una memoria di ferro e senso di vendetta.

Melville ascolta e prende appunti.

Recensione

In the Heart of the Sea è un film che nasce sfortunato. Eppure nasce da un best seller, viene raccontato da un regista bravissimo, la colonna sonora è gradevole… eppure qualcosa lo ha fatto affondare non solo in Italia ma nel mondo:

  • il titolo in italiano è pessimo, ma anche in lingua originale non è bello per un film. Al titolo mozzato inglese, in italiano troviamo Le Origini di Moby Dick, dove tutti sanno che Moby Dick è un romanzo. Meno che Moby Dick ha come riferimento una storia vera.
  • la programmazione (film di natale) lo ha penalizzato rispetto ad altre uscite maggiormente in tema
  • alcuni critici dicono che una presenza femminile avrebbe attirato pubblico. Errore. Ci sono film analoghi con cast tutto al maschile che sono stati dei grandissimi successi (Master & Commander, Capitani Coraggiosi, La Tempesta Perfetta)

Titolo a parte (orrido in italiano e inglese), non sono d’accordo sulla programmazione o sulla mancanza di presenza femminile nel film. Credo piuttosto che gli errori siano stati ben altri e sono tutti ricondicibili ad un unico grande tema: una sostanziale mancanza di visione. Ron Howard ha nelle mani una bellissima storia, sa fare benissimo il suo lavoro, e ha deciso di fare il passo più lungo della gamba. Andiamo a vedere in che modo:

  • Non è chiaro chi vuole omaggiare Ron Howard. Se ha in mente Lo Squalo, il suo capodoglio assassino funziona, soprattutto nella prima parte, poi però viene dimenticato. Nello Squalo, anche se lo squalo non si vede, si sente, con quelle 2 terrificanti note che hanno segnato un’epoca. Quindi se vuole essere una versione dello squalo, inizia bene, si perde, poi ritorna ma per poco e poi le strade si dividono. Il pathos della prima parte si annacqua,, è proprio il casi di dirlo, in un intimismo ecologico che non è priprio di una baleniera della prima metà dell’800.
  • Ron Howard aveva in mente Moby Dick di John Huston? Ecco, allora il cast è tutto da rivedere. Avrei resuscitato un Russell Crowe, che in plancia di comando ha dato prova di saperci stare (a lui il ruolo del proletario secondo) e Paul Bettany (biondo, sottile, aristocratico, talmente bravo da essere un perfetto inetto). Il binomio funziona, hanno già lavorato insieme anche in A Beautiful Mind, hanno chimismo e carisma. Avrei poi abbassato l’età del mozzo, Avrei tenuto Gleeson come narratore e avrei utilizzato la tecnica del morphing per passare da una scena all’altra. Anzi in alcune lo avrei messo anziano e poi lo avrei ringiovanito sovrapponendolo al suo ricordo da giovane. Con un uso così massiccio della CGI perché non ci hanno pensato? Presterei maggiore attenzione alle date: il 14enne mozzo, dopo 30 anni mai avrebbe potuto avere le fattezze di Gleeson (60enne all’epoca delle riprese), Quindi per fare Gleeson, avrei semplicemente retrodatato le vicende della Essex e a questo punto, avrei cambiato il nome della nave per non far urlare allo scandalo ai contabili della cinematografia.
  • Vuole essere una lotta di classe. il ricco incompetente ruba un ruolo che per merito sarebbe dovuto andare al suo secondo? bellissimo tema, Molto Ammutinati del Bounty (sia originale che remake) e se vuoi questo, non mettere i capodogli, non farli neanche vedere perché non sono loro i protagonisti
  • Vuole essere un inno al capodoglio? Le scene abbondano soprattutto nella prima parte del film, dove a tratti sembra di essere in una specie di Nemo in versione monster. Se In the Heart of the Sea, vuole essere un inno ecologista, un film di denuncia sulla insensata caccia alle balene del 19esimo secolo, non fare sparire il feroce capodoglio nella seconda parte, Anzi, come ne Lo Squalo, continua a raccontare la sua sete di vendetta.
  • Vuole essere la versione acquatica dell’avventura di Ernest Henry Shackleton con il suo Endurance (Shackleton riuscì a tornare a casa con tutti i suoi membri dell’equipaggio)? Perfetto, bellissima storia e allora eliminiamo il capodoglio, lavoriamo di più sulla psicologia dei personaggi, sulla rivalità fra i 2 maschi alfa e sul processo decisionale che li riporta in navigazione.
  • Vuole essere un horror etico: Mors Tua, Vita Mea, ovvero mangeresti il tuo compagno morto per sopravvivere? Il tema del cannibalismo è già stato affrontanto in maniera brillante ne L’Insaziabile (gran bel film), tutto il mondo di Lecter (giovane e vecchio), Alive. Il modo in cui viene affrontato nel film non funziona.
  • Oppure una condanna all’avidità degli uomini? Uccisi dalla loro incapacità di capire quando smettere.
  • Vuole essere un biopic su Melville e sul sopravvissuto al quale ruba letteralmente la storia? E allora anche in questo caso occorreva in ribilanciamento di tutto il film.  

In the Heart of the Sea sembra un film ondivago, va in mille direzioni senza volerne prendere una, con la presunzione di chi pensa di aver detto abbastanza su tutto. In realtà è la trasposizione cinematografica di un falso ordine della Real Marina Borbonica, che sottolineava come all’interno di una nave ci debba essere attività, una attività qualsisasi, tanto per dare l’idea che ci sia una visione e un obiettivo. In the Heart of the Sea è il Facite Ammuina di tutti i film a vele spiegate.

All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa
e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora:
chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra
e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio
passann’ tutti p’o stesso pertuso:
chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.
N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno.

Falso Ordine della Real Marina Borbonica.

Che spreco immenso.

Che magnifica occasione persa.

La fisicità di Thor come pescatore di capodogli scalzo, purtroppo non convince anche perché, volente o nolente si deve paragonare con quel mostro (in tutti i sensi di Gregory Peck).

Belle le scene di azione e le inquadrature subacquee.

Forse l’eccessivo uso della CGI ha reso il film asettico.

Costato 100 milioni di dollari, ne incassa meno di 94. Un flop.

Da 1 a 10?

ND

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