Oggi chiacchiero con Marion Seals perché desidero scoprire insieme a lei le regole dell’amore. Soprattutto se ci sono regole in amore e se sì quali.
Marion, grazie mille per il tempo che ci dedichi.
MS: Grazie a voi per l’opportunità.
Marion è il tuo nome d’arte. Marion per me è la mamma di Happy Days. Quando hai scelto Marion, a cosa pensavi e perché hai capito che era solo in questo nome poteva chiamarsi il tuo alter ego letterario.
MS: Marion è simile al mio vero nome e mi è sempre piaciuto, per cui è stato facile.
Anche Seals ha un motivo (qualcosa a che vedere con le foche o i sigilli), oppure ti piaceva come stava insieme affianco a Marion?
MS: Il cognome lo ha scelto mio marito per prendermi in giro e si riferisce assolutamente ai simpatici mammiferi marini. Per ripicca l’ho tenuto.
Vivi in Sardegna, scrivi di New York. E la descrivi talmente bene che sembra quasi di vivere la città attraverso i tuoi protagonisti. Perché proprio la Grande Mela? Quante volte ci sei stata e quanto ti manca?
MS: Ho studiato molto e passato ore su Google Maps e Google Earth. Non sono mai stata a NY, ma ho molti parenti e prima o poi… Come città si presta a qualsiasi storia perché è una fucina di tante diversità e contraddizioni.
Di tutti i tuoi libri, quello che mi porto dentro è La Storia che Volevamo. Lo sport ha le sue regole. Credi in amore, per essere felici per sempre, si siano regole da seguire, quelle piccole regole che ogni coppia tacitamente sottoscrive? Se sì quali?
MS: Le regole dell’amore? Non esistono, nel senso che ciascuna coppia le costruisce durante lo sviluppo della sua storia e in riferimento alla cultura nella quale è inserita.
Quali sono le tue regole in amore, come madre, moglie e soprattutto come donna?
MS: Per me stessa seguo la regola della sincerità, dire quando si è felici e non dare mai per scontato che il compagno/a lo sappia, dire quando si sta male per lo stesso motivo precedente. Tutti i problemi si ingigantiscono senza comunicazione e se si parla, ci si confronta, molte cose possono essere risolte. Come madre sono un mix di severità e dolcezza, e lì sì che sulle regole non transigo. Sono importanti, fondamentali per crescere uomini dignitosi.
Hai dichiarato in una intervista che ti identifichi con il personaggio più cupo che hai scritto, Damon di Dark Side. Quanto è importante per te avere una specie di Dorian Gray al quale affidare la parte peggiore di noi?
MS: È molto catartico, esprimi il tuo lato oscuro senza conseguenze. Attraverso i personaggi che crei vivi tutte le vite che vuoi, come le vuoi. Sono convinta che questo traspaia dalla scrittura e trasmetta emozioni alle lettrici.
Anche il protagonista maschile de La Storia che Volevamo è un bad boy, a mio avviso molto meno di quanto non sia Damon. La protagonnista femminile è una splendida ragazza albina. Qual è il segreto per creare queste coppie tutte ad alta tensione.
MS: La diversità, intesa però come ricchezza, come possibilità di crescita reciproca. La complementarità nelle coppie è intrigante e consente di creare storie decisamente più interessanti.
Hai mai pensato di omaggiare la tua terra, la Sardegna, nei tuoi libri? Magari scrivendo una storia ambientata nella coloratissima Bosa. Il fiume c’è. Non è l’East River.
MS: Ci ho pensato e c’è in progetto un libro che però sarà di narrativa non di genere.
Ci regali una piccola anticipazione del tuo prossimo romanzo?
MS: Ovviamente non è editato.
È supino sul letto. Amo guardarlo dormire, non mi stancherei mai. Appare così vulnerabile, anche se so che è sempre all’erta e, se dovesse percepire un pericolo, tornerebbe l’uomo letale che conosco.
«Svegliati pigrone, è una splendida giornata. Mi avevi promesso che avremmo visto tutto» dico mentre strappo via le lenzuola nella quali si è avvolto come se fosse il bozzolo di qualche insetto.
Quello che ottengo è uno sbuffo, seguito da un lamento.
«Altri cinque minuti» dice con voce arrochita dal sonno.
Salgo a cavalcioni sulla sua schiena.
«Lo avevi promesso, avevi detto che mi avresti fatto vedere l’alba sugli Champs Elisèe» ribatto iniziando a massaggiargli la schiena nuda.
Adoro toccarlo, adoro la sua pelle calda. Adoro lui.
Se ripercorro la nostra storia non mi sembra vero di essere qui. Parigi, una delle città più belle del mondo, la prima tappa del nostro viaggio. Non abbiamo una meta, viviamo alla giornata e ci godiamo la ritrovata libertà.
«Ho rinunciato a essere un assassino, mi hai trasformato in un fottuto eroe, lasciami almeno il tradimento» bofonchia.
Trattengo a stento una risata.
Chiedo anche a te qual è la domanda alla quale ti piacerebbe rispondere e che non ti ho fatto?
MS: Ti dico invece cosa non mi piace che mi chiedano, ossia quando uscirà il tuo prossimo libro 😀
Grazie davvero, Marion, non immagini quanto siamo felici per averci svelato le tue regole d’amore. Spero di poterti ospitare nuovamente, magari per il lancio del tuo prossimo libro.
MS: Grazie a voi e a tutto quello che fate per le autrici.
Leggi tutti i libri di Marion qui
Psicologa, mamma high tech, pessima cuoca e amante delle belle serie TV, Marion Seals, vive in Sardegna, scrive di notte e aspetta prima o poi, una chiamata da Netflix.