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Biopic su Veronica Franco, cortigiana veneziana della seconda metà del XVI secolo, poetessa e padrona del suo destino.
Veroniva, diventata abbastanza grande si trova davanti ad un bivio: o a vita da suora in convento a pregare e lavorare, o la vita da cortigiana nei letti di uomini potenti e con la libertà di tirare di spada e di leggere tutti i libri che desidera.
Sceglie a seconda e riesce a ritrovare l’amore di sempre, ormai sposato con una donna scelta per rango dalla famiglia.
La bellezza e l’intelligenza di Veronica la mettono in luce e nei guai. Verrà accusata di stregoneria.
Amor vincit omnia. L’amore salverà Veronica e la farà ritornare, ancora una volta, padrona del suo destino.
Recensione
Mi piacciono i film nei quali le donne vogliono affermarsi a tutti i costi e contro tutti i pregiudizi. In Padrona del suo Destino, l’autodeterminazione di Veronica, come quella di Mamie Stover in Femmina Folle, passa attraverso l’esercizio della prostituzione. Veronica ne esce come una santa, Mamie come una esule. Entrambe alla fine viaggiano in barca: Veronica in gondola fra le braccia dell’amore della sua vita, mentre Mamie in un cargo, sola con una valigia.
Altri tempi, altra morale.
Nel finale di Padrona del suo Destino, ci leggo una citazione a Kubrick (I am Spartacus), dove i fedigrafi di Venezia si alzano, dopo qualche momento di riflessione, per salvare la vita a Veronica.
Da 1 a 10?
7 e mezzo
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