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Scandalo a Filadelfia narra le vicende di una ricca ereditiera sul punto di convolare a seconde nozze con un uomo perbene, ricco e noioso.
I preparativi del matrimonio vengono interrotti dall’ex marito dell’ereditiera, ancora follemente innamorato e da un giornalista di gossip, che perderà la testa per la bella ereditiera.
La bella ereditiera per chi perderà la testa? Ha 3 possibilità: l’attuale fidanzato, il fascinoso ex marito, il garbato reporter di cronaca rosa?
Recensione
Scandalo a Filadelfia rappresenta forse il prodotto meglio riuscito di un archetipo Hollywoodiano tutt’ora utilizzato dagli sceneggiatori di tutto il mondo, chiamato comedy of remarriage, un escamotage lecito e soprattutto approvato dalla censura che permetteva di inserire nella trama il concetto del triangolo amoroso: i protagonisti, una volta sposati, fanno i graziosi con estranei appena conosciuti, giusto il tempo di capire la differenza fra capriccio e amore vero.
Scandalo a Filadelfia ha anche un altro grandissimo pregio: i protagonisti sono molto credibili, tanto che l’interpretazione di James Stewart verrà premiata con un Oscar (miglior attore protagonista). Vincerà anche un secondo Oscar, quello per la sceneggiatura non originale. Nel remake, Alta Società (1956), ai protagonisti manca, non la bravura, ma il reciproco chimismo.
Gilbert Adrian firma i costumi.
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