Ennesimo Lockdown, Ennesima Occasione Mancata

Ennesimo Lockdown, Ennesima Occasione Mancata

Appartengo alla schiera di tutti quei genitori che stanno passando settimane in ennesimo lockdown e mi macero a pensare quanto questo tempo rappresenti una ennesima occasione mancata per i nostri bambini.

Obbligateci tutti a vedere la tv in lingua inglese su tutti i programmi dei canali in chiaro.

Sommario

  • Genitori e figli in Lockdown
  • Lockdown: Scuola Chiusa, ma i Numeri Migliorano?
  • DIDattica
  • I Nostri Figli Futuri Cittadini Europei: Quali Competenze?
  • 1998: Un Interessante Precedente verso il Multilinguismo
  • EPI, English Proficiency Index in Italia, Europa e nel Mondo
  • Lo Sviluppo delle Competenze Chiave con il Supporto del Mezzo Televisivo
  • La Televisione come Supporto Attivo di Dad e Did
  • Ridateci il Maestro Manzi
  • 1 Cosa Sola
  • Approfondimenti
Genitori e figli in Lockdown

Sono un genitore fortunato: malgrado il lockdown, le maestre dei miei figli sono eccezionali, specialmente quelle della primaria (scuola statale). I collegamenti a volte saltano, a volte invece non c’è abbastanza rete, ogni tanto i bambini si perdono e invece di seguire la lezione aprono TikTok, altri Among Us, altri quando vengono interrogati si scollegano per ricollegarsi dopo lo scampato pericolo, le maestre se ne accorgono, si incazzano, li riprendono, strappano loro un sorriso e portano avanti con determinazione il programma ministeriale, cercando allo stesso tempo di creare qualità anche attraverso un mezzo che per tutti gli studenti, specialmente quelli della materna e primaria è ostico.

Nel discorso di insediamento di Draghi dello scorso febbraio, il nostro nuovo Presidente del Consiglio dichiarava:

La scuola: non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà.

Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza.

Le scuole sono chiuse. I bambini a casa. La dad (didattica a distanza), ora did (didattica integrata digitale) divampa.

Per me dad, o did che dir si voglia, è come vivere con un occhio solo, quando fino a poco tempo fa ne avevamo 2 che ci facevano vedere benissimo.

Lockdown: Scuola Chiusa, ma i Numeri Migliorano?

Quello che mi disturba è che parlano di lockdown (l’ennesimo), chiudono le scuole come se nelle mura scolastiche si annidassse il virus e le sue multiple varianti, chiudono esercizi, invitano alla prudenza, all’isolamento e allora tutti si riversano per strada, nei parchi, nelle ville: tutti ammucchiati e pochi controlli (occasione mancata).

Ma la scuola è chiusa. La scuola è il problema. La scuola, con mascherine certificate date in dotazione a tutti gli studenti (con ricambio in classe ogni 4 ore) e banchi distanziati (a 1 metro l’uno dall’altro), fiumi di amuchina che scorrono sulla manine dei nostri bambini, zaini pesantissimi che fanno la spola ogni giorno fra casa e scuola, perché nulla deve rimanere in classe. E gessetti, gessetti tutti spezzettati all’interno dello zaino, perché ogni bambino deve avere in dotazione la propria scatolina di gessetti per scrivere sulla lavagna.

A scuola, con una rigida procedura per passare un foglio di carta alla maestra, con delle schede nelle quali annotare quanto tempo le finestre sono state aperte per permettere di ventilare l’aula, con turni per poter andare in giardino senza incontrare i bambini delle altre classi e turni per andare a mensa in sicurezza.

E la scuola rimane chiusa. Chiusa anche se il contagio non avviene quasi mai a scuola (se le misure indicate dal governo vengono rispettate, da tutti). Il contagio avviene fuori. Proprio dove ora sono tutti.

Le petizioni dei genitori per riaprire le scuole si moltiplicano. Le scuole di ogni ordine e grado rimangono chiuse. I bambini sono degli invisibili a ricasco dei genitori. Il governo tace. Il governo ha già parlato:

Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza.

Sillogismo:

  • occorre sicurezza per rientrare a scuola
  • andare in giro ammassati non porterà alla sicurezza
  • non rientreremo mai a scuola

Non era meglio tenere aperte le scuole di ogni ordine e grado e levare buona parte della popolazione dalle vie dello shopping, parchi e ville?

In ogni caso, uno studio recentissimo ha evidenziato che non c’è correlazione fra scuole aperte e aumento dei contagi, perché il contagio non avviene a scuola (i dettagli negli approfondimenti).

La DIDattica

La DIDattica però deve andare avanti. Vediamo quali sono le indicazioni:

  • Materna: Le attività devono favorire il coinvolgimento attivo dei bambini. Modalità proposte: videochiamata, messaggio condiviso dal rappresentante di classe o anche videoconferenza, con l’obiettivo di mantenere il rapporto. E’ preferibile proporre piccole esperienze, brevi filmati o file audio.
  • Primaria: almeno 15 ore settimanali di didattica in modalità sincrona con l’intero gruppo classe (10 ore per le classi prime della scuola primaria) organizzate anche in maniera flessibile, in cui costruire percorsi disciplinari e interdisciplinari, con possibilità di prevedere ulteriori attività in piccolo gruppo, nonché proposte in modalità asincrona secondo le metodologie ritenute più idonee.
  • Secondaria primo grado: assicurare almeno 20 settimanali di didattica in modalità sincrona con l’intero gruppo classe, con possibilità di prevedere ulteriori attività in piccolo gruppo nonché proposte in modalità asincrona secondo le metodologie ritenute più idonee. Per l’indirizzo musicale continua lo studio dello strumento musicale a livello individuale che per le ore di musica d’insieme.
  • Licei (Secondaria di secondo grado): qui l’ultimo aggiornamento.

Questa didattica funziona? Garantisce lo sviluppo di quelle competenze che cresceranno insieme ai nostri figli?

I Nostri Figli Futuri Cittadini Europei: Quali Competenze?

Che dice l’Europa? L’Unione Europea ha aggiornato l’elenco delle competenze chiave  per la realizzazione e lo sviluppo di ogni persona, per la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Tali competenze sono individuate in riferimento a otto ambiti (qui per leggerle nel documento originale):

  • competenza alfabetica funzionale;
  • competenza multilinguistica;
  • competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria;
  • competenza digitale;
  • competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare;
  • competenza in materia di cittadinanza;
  • competenza imprenditoriale;
  • competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.

7/8 competenze vengono sviluppate a scuola. E in una scuola, come la nostra, a singhiozzo da marzo scorso?

La risposta è no.

1998: Un Interessante Precedente verso il Multilinguismo

Mia madre oggi vede Daydreamer. Nel1998 vedeva Beautiful, quando a settembre lo sciopero indetto dai doppiatori italiani per il rinnovo del contratto di lavoro dal cinema arrivò a toccare la televisione e in dettaglio le soap dell’epoca, costringendo le reti a mandarle in onda in lingua originale con sottotitoli. Ebbene durò poco. Mi ricordo che all’inizio mia madre era piuttosto scocciata. “E chi se lo ricorda”, “Non lo parlo da anni”, poi dalla fine della seconda puntata mi disse: “Ma lo sai che mi piace”.

Lo scioperò finì troppo presto, mia madre commentando con la voce di chi ha appena perso una buona occasione, mi disse: “Alla fine stavo ricordando l’inglese, sai”. Era obbligata.

EPI, English Proficiency Index in Italia, Europa e nel Mondo

L’ultimo rapporto che misura l’indice di conoscenza della lingua inglese (English Proficiency Index) da parte della popolazione mondiale e da parte degli studenti (13/22 anni) che hanno raggiunto il livello B2 del quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER) non è favorevole all’Italia.

B2 significa che una persona:

Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti sia astratti, come pure le discussioni tecniche sul proprio campo di specializzazione. È in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile un’interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l’interlocutore. Sa produrre un testo chiaro e dettagliato su un’ampia gamma di argomenti e riesce a spiegare un punto di vista su un argomento fornendo i pro e i contro delle varie opzioni.

B2 – Livello intermedio superiore

L’Italia è purtroppo il fanalino di coda insieme a Spagna e Francia. Anche se la Francia negli ultimi tre anni ha registrato un miglioramento costante e altre riforme sono in programma.

Al primo posto l’Olanda, seguita a breve distanza da Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia. Il sistema scolastico scandinavo, al quale si affianca quello olandese, impiega diverse strategie chiave come:

  • concentrazione precoce sulle abilità comunicative
  • esposizione quotidiana all’inglese, sia all’interno che all’esterno della classe
  • istruzione linguistica specifica per la carriera negli ultimi anni di studio, che si tratti di scuola professionale o università

Il rapporto sottolinea inoltre che:

Il divario nel livello di conoscenza dell’inglese è particolarmente preoccupante, poiché sia l’Italia che la Spagna soffrono di elevati tassi di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, e avrebbero un disperato bisogno di nuove opportunità economiche che porterebbero a comunicazioni più veloci e più agevoli con il resto dell’Europa.

L’edizione 2020 del rapporto la puoi scaricare qui.

L’esposizione quotidiana al’inglese nei paesi che sono arroccati nelle primissime posizioni del rapporto è anche agevolata dalla presenza del sottotitolaggio per programmi televisivi di importazione (da Beautiful a Montalbano). La televisione è un mezzo per fare cultura di massa.

I Paesi Bassi non doppiano i programmi televisivi e i film stranieri. La conseguenza è che i bambini olandesi crescono ascoltando il linguaggio inglese della cultura pop già da piccolissimi. I Paesi che hanno grandi audience per i programmi e i film doppiati, come la Francia o la Germania, doppiano qualsiasi cosa e, di conseguenza, hanno più difficoltà ad integrare l’inglese nella loro cultura. Il doppiaggio sembra rendere le persone linguisticamente insensibili alle lingue straniere e questa è una situazione che gli olandesi hanno evitato con successo.

Leggi tutto l’articolo di Ming qui
Lo Sviluppo delle Competenze Chiave con il Supporto del Mezzo Televisivo

Non pensi anche tu che da marzo scorso avremmo potuto fare qualcosa per aiutare la dad, did di tutti i maestri e prof delle scuole di ogni ordine e grado? Ci manca il maestro Manzi.

Il Maestro Alberto Manzi, maestro vero, fu il conduttore di un noto programma televisivo dal titolo “Non è mai troppo tardi”. Corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta, andato in onda dal 1960 al 1968  dal lunedì al venerdì per un totale di 30 minuti al giorno (484 puntate). Il programma, aveva l’obiettivo di alfabetizzare gli italiani. All’epoca l’analfabeta non era funzionale, era totale.

Ridateci il Maestro Manzi

Credo fermamente che la televisione dovrebbe invece ritornare ad essere uno strumento di supporto didattico al lavoro del corpo docente impegnato in dad, ora did. Anche perché:

Ci sono posti dove la scuola ti salva.

Annalisa Cuzzocrea (giornalista a Propaganda Live 19/03/2021)

Ma se la scuola è chiusa?

Esistono in Italia tantissime aree di fragilità, da Nord a Sud, nelle grandi città come nei piccoli centri. Dove gli studenti hanno difficoltà a raggiungere le aule digitali, per mancanza di connessione o mancanza di dispositivi con i quali accedere. La cultura, però, non è elitaria. la cultura è di tutti. E se la televisione del Maestro Manzi è stata il mezzo che ha unificato l’italia, perché non utilizzarla per creare un nuovo rinascimento culturale a disposizione di tutti?

La Televisione come Supporto Attivo di Dad e Did

Rai Scuola, mi piacerebbe tanto venire a lavorare per voi. Dico Rai perché è servizio pubblico ed è in chiaro, ma potrebbe essere un qualsiasi canale TV, posto che sia in chiaro.

Cosa farei? Per prima cosa differenzierei i canali, Non farei solo un contenitore per tutte le scuole di ogni ordine e grado, ma differenzierei l’offerta per fasce di età, esigenze e obiettivi.

  • Rai Scuola Toddlers o crèche o Baby: fascia da 0 a 3 anni. All’interno di questa fascia aggiungerei una ulteriore categorizzazione, che segue quella che incontriamo in ogni nido: lattanti, semidivezzi e divezzi. Per queste specifiche aree definirei degli obiettivi e dei tempi.
    • Contenuti:
      • nanna: a determinati orari durante l’arco della giornata manderai una specie di versione per lattanti del vecchio carosello rai, solo che al posto dei cancelli che si aprono, uno schermo nero e al posto della musica di Luciano Emmer e Cesare Taurelli, metterei il rumore bianco (artificiale come suono del phon acceso, dell’aspirapolvere, dell’aspiratore della cucina; e anche rumore bianco naturale come l’acqua che scorre, il vento che soffia, la pioggia che cade). Il programma rumore bianco dovrebbe essere poi trasmesso ininterrottamente dalle 20.00 alle 5.00 del mattino.
      • gioco educativo: anche se piccoli, i bimbi di questa età hanno delle cose importantissime. Lallazione in italiano con corrispettivo inglese (baby babbling)
      • il controllo del corpo (dove includerei materiale per il potty training, l’utilizzo del vasino), controllo della presa (prendere a lasciare oggetti, come il biberon per esempio), la mira (infilarsi il cuccio in bocca, il cucchiaino in bocca)
      • ascolto: Mozart, con la speranza che anche i nostri bimbi sviluppino i super poteri
    • Tempi: se per il discorso nanna l’orario è ad libitum per le altre attività no. Con i moderni dispositivi ogni programma deve essere disponibile per 15 minuti massimo (e forse son anche troppi e non ripetibili). Non sono un tecnico, ma nella nostra era dove tutto è un bottone, non dovrebbe essere impossibile fare in modo che i neonati non vengano piazzati ore davanti alla tv

La programmazione per questa fascia di età nelle reti dedicate prevede ad oggi programmi di intrattenimento per gruppi: 12/24mesi e 2/3 anni. Per quelli di importazione non sempre è possibile selezionare la lingua. Date la possibilità di selezionarla.

  • Rai Scuola Infanzia: fascia età da 4 a 6. Obiettivi per questa fascia sono quelli di consolidare le competenze acquisite e iniziare a svilupparne altre come aumentare la soglia dell’attenzione, impugnare bene la matita, colorare all’interno dei bordi, fare linee dritte, dipingere con mani e, perché no, con i piedi, modellare, capire cosa è un numero, fare piccoli calcoli, capire la differenza dei sapori, iniziare a conoscere le lettere dell’alfabeto.

La programmazione per questa fascia di età prevede ad oggi nelle reti dedicate programmi come L’Albero Azzurro (a marzo 2020 ha fatto delle belle puntate a tema scuola), anche Art Attack, e cartoni. Per quelli di importazione non sempre è possibile selezionare la lingua. Date la possibilità di selezionarla.

  • Rai Scuola Primaria: si può fare tantissimo per ogni materia. Alcune scuole hanno attivato il progetto Cambridge.

La programmazione per questa fascia di età prevede ad oggi nelle reti dedicate cartoni e programmi come, L’arte di Matì e Dadà. Per quelli di importazione non sempre è possibile selezionare la lingua. Date la possibilità di selezionarla.

  • Rai Scuola Secondaria: le materie sono le stesse della primaria, ma con un approfondimento maggiore. La prima lingua straniere è sempre inglese, per la seconda si può scegliere fra spagnolo, francese e tedesco. Alcune scuole secondaria hanno l’indirizzo musicale, che prevede lo studio pomeridiano di uno strumento musicale e musica di insieme. Altre scuole hanno attivato il progetto Cambridge.

La programmazione per questa fascia di età prevede ad oggi nelle reti dedicate programmi come cartoni e serie tv. Per quelli di importazione non sempre è possibile selezionare la lingua. Date la possibilità di selezionarla.

  • Rai Scuola High School: C’è un mondo di indirizzi fra i quali scegliere.
    • Licei:
      • Classico
      • Scientifico
      • Linguistico
      • Artistico
      • Musicale e coreutico
      • Scienze Umane
    • Istituti tecnici settore economico
      • Amministrazione, Finanza e Marketing. 
      • Turismo. Questo indirizzo è l’ideale se vuoi lavorare nel settore turistico e della promozione del territorio.
    • Istituti tecnici settore tecnologico
      • Meccanica, Meccatronica ed Energia. 
      • Trasporti e Logistica
      • Elettronica ed Elettrotecnica
      • Informatica e Telecomunicazioni
      • Grafica e Comunicazione
      • Chimica, Materiali e Biotecnologie
      • Sistema Moda
      • Agraria, Agroalimentare e Agroindustria
      • Costruzioni, Ambiente e Territorio
    • Istituti Professionali
      • agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane
      • pesca commerciale e produzioni ittiche (di nuova introduzione)
      • industria e artigianato per il Made in Italy
      • manutenzione e assistenza tecnica
      • gestione delle acque e risanamento ambientale (di nuova introduzione)
      • servizi commerciali
      • enogastronomia e ospitalità alberghiera
      • servizi culturali e dello spettacolo (di nuova introduzione)
      • servizi per la sanità e l’assistenza sociale
      • arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico
      • arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico

La programmazione per questa fascia di età prevede ad oggi tanti programmi interessanti. Per quelli di importazione non sempre è possibile selezionare la lingua. Date la possibilità di selezionarla.

  • Rai Scuola University: le facoltà sono tante. Vero. A prescindere dall’indirizzo ci sono però competenze comuni che non farebbe male approfondire, come per esempio:
    • Il metodo di studio: dall’organizzazione alla lettura critica del testo, a tecniche di memoria (le ossa umane si devono imparare a memoria, per diritto privato occorre arrivare a conoscere i meccanismi di base che governano il diritto in generale, che è un campo vastissimo in ocntinuo aggiornamento)
    • Come si scrive una tesi/tesina (sia per le facoltà umanistiche o scientifiche abbiamo a disposizione i libri di Umberto Eco)
    • Le tecniche di presentazione efficace (esposizione orale e anche attraverso l’utilizzo dei dispositivi digitali a disposizione)
    • Anche per gli universitari tutta la programmazione deve essere sia disponibile sia in italiano che in inglese e in tutte le lingue presenti in traccia audio per programmi, documentari, film di interesse culturale come per esempio Green Book (non me ne vogliano gli appassionati di Due Single a Nozze).

La programmazione per questa fascia di età prevede ad oggi nelle reti dedicate programmi come Orgoglio e Pregiudizio (vi prego riprogrammatelo in inglese, lo avete mandato lo scroso anno). Per tutti i importazione non sempre è possibile selezionare la lingua. Date la possibilità di selezionarla.

Per un progetto del genere c’è davvero tanto lavoro da fare.

Sempre nello stesso discorso di insediamento di febbraio, Draghi si chiedeva:

Spesso mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura. È una domanda che ci dobbiamo porre quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l’università e la cultura. 

Ti rispondo io: no.

E alla fine non ti chiedo nemmeno ti implementare il mio progetto (Rai Scuola moltiplicato per 5 canali), caro Draghi, tanto andrebbe in ostaggio del solito Gattopardo che muoverebbe tante cose per poi non cambiare cosa, assumerebbe amici di amici, potrebbe presentare un progetto per racimolare dei fondi e per qualche motivo alla fine non avremmo proprio nulla.

Ma se non possiamo avere nulla. Almeno 1 cosa. Dateci una cosa. Ci accontentiamo di tutto quello che abbiamo ora, ma dateci solo 1 cosa.

1 Cosa Sola

Per fare in modo che questo ennesimo lockdown non sia l’ennesima occasione mancata, spiegatemi la difficoltà a mettere in onda per ogni programma di importazione nei canali in chiaro del digitale terrestre la possibilità di scegliere la lingua: italiano, la lingua originale, e tutte le lingue previste nella traccia audio del programma in onda (l’inglese dovrebbe essere presente sempre, anche perché nel capitolato Rai per l’acquisto di prodotti televisivi nei formati SD/HD/3D/UHD, sia per le 8 che per le 16 tracce, l’opzione OTH ovvero lingua originale c’è. Leggi qui il capitolato 2017).

Temo che la difficoltà sia quella di premere un bottone.

Nessuno premerà quel bottone perché la cultura fa paura. Insegnare ai nostri figli a comunicare non solo nella nostra lingua, ma in mille altre, partendo dall’inglese, ormai lingua franca riconosciuta in tutto il mondo, fa paura.

Fa paura crescere una generazione di persone nuove, che pensano con la propria testa, che non si lasciano irretire dalle banderuole di turno.

La cultura è ora affidata alle famiglie, alle maestre, ai professori, e a un manipolo di eroi sconosciuti che non vanno in televisione e che ancora resistono e portano avanti percorsi di crescita importanti.

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one

John Lennon, Imagine (1971)

Se ti piace questo post, fallo girare. Chissà dove arriva e se arriverà alla persona che deve spingere quel bottone. Se ci troviamo nell’ennesimo lockdown, facciamo che non sia l’ennesima occasione mancata per farne uscire qualcosa di buono.

Approfondimenti

Vedi le interviste al Maestro Manzi:

  • l’ultima intervista qui
  • una riflessione sulla figura del maestro qui
  • l’importanza del gioco qui

Leggi il libro di Annalisa Cuzzocrea

Leggi questo interessantissimo articoli del Corriere dove si evidenzia che le scuole aperte con incidono sull’aumento dei contagi: qui.

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